Giovedì 21 Giugno ore 21.00 al Parco Astronomico La Torre del Sole di Brembate di sopra, per il ciclo Appuntamento con la scienza:
NASA e UFO. Misteriosi casi di Ufo nello spazio!
Relatore: Ing. Luca Boschini ingegnere elettronico, progettista aerospaziale e astrofilo
Ingresso € 3
Per prenotazioni o informazioni telefonare allo 035 621515 o scrivere a info@latorredelsole.it – http://www.latorredelsole.it
Ecco una conferenza che susciterà curiosità in molti. Siamo soli in questo grande universo? Probabilmente no, ma credere a chi sostiene di aver avvistato degli UFO (Unidentified Flying Object), non è proprio facile.
Nei filmati e nelle foto divulgati dalle agenzie spaziali, compaiono spesso oggetti strani, dalle forme inspiegabili, che volano in formazione con veicoli spaziali umani.
Gli extraterrestri sono tra noi e la notizia viene mantenuta celata, o esistono spiegazioni più “terrestri” ai curiosi avvistamenti degli astronauti?
Un’accurata analisi del materiale originale tenterà di dare una risposta all’inquietante quesito.
In internet ci sono tantissimi siti che parlano di questi argomenti, ma organismo sicuramente più accreditato per parlarne è il CICAP, un’organizzazione educativa e senza finalità di lucro, fondata nel 1989 per promuovere un’indagine scientifica e critica sul paranormale. Fa parte dell’European Council of Skeptical Organizations
. www.cicap.org
LA NASA E GLI UFO, Un po’ di storia
A partire dall’inizio degli anni ’60 alla NASA furono numerose le richieste di chiarimenti sulla questione UFO. L’opinione pubblica, incuriosita sempre più dal fenomeno, cominciava a chiedersi quali potessero essere le informazioni dell’ente governativo americano. L’ente spaziale, pressato da più parti diramò una circolare standard prestampata, in cui ribadiva leconclusioni della Commissione Condon: non esistono prove che gli UFO siano velivoli extraterrestri, checostituiscano una minaccia per la sicurezza nazionale e, di conseguenza, dimostrino uno sviluppotecnologico superiore a quello terrestre. Insomma, la NASA si allineava alle decisioni di Stato, convergendosulla politica del silenzio e discredito sistematico della faccenda, gestita dalle autorità politiche. Durante la campagna elettorale alla presidenza del 1976, il candidato democratico Jimmy Carter affermòche il governo degli Stati Uniti era in possesso di molte informazioni sulla questione degli UFO aggiungendodi ritenere molto probabile che “un’altra civiltà stia tentando di mettersi in contatto con il nostro mondo”. Una volta eletto presidente, Jimmy Carter chiese ulteriori chiarimenti alla NASA, il cui portavoce,Dave Williamson, assistente ai progetti speciali, ribadì che la NASA non era “ansiosa di inserirsi nel dibattito,perché non sarebbe stato opportuno effettuare ricerche su un fenomeno non misurabile comequello degli UFO”. Williamson aveva aggiunto che “non si dispone ancora di prove certe ed elementi materiali, analizzabiliinequivocabilmente, comprovanti l’esistenza fisica degli UFO e che le stesse documentazioni fotografichenon costituiscono una prova”, precisando che entro la fine del 1977 avrebbe fornito una risposta alconsigliere scientifico del Presidente. In effetti la risposta pervenne tramite l’amministratore della NASA, ildott. Robert Frosh il quale, declinando l’incarico proposto dalla presidenza, ritenne l’iniziativa “uno sprecodel tutto improduttivo”, pur rimanendo ufficialmente disponibile ad analizzare “autentiche prove fisichefornite da fonti attendibili”. Il primo febbraio 1978, l’ente spaziale USA emanò una circolare con numero diserie 70-1 dove si asseriva che “i rapporti su oggetti volanti non identificati, penetranti lo spazio aereostatunitense, sono di interesse della Difesa, come parte regolare del sistema di sorveglianza”. Si affermava inoltre che la NASA non aveva nessun programma di ricerca sugli UFO.
Gli astronauti e gli UFO
Al di là delle pubbliche dichiarazioni, la NASA in quel periodo era certamente a conoscenza del fenomeno ene sapeva certamente molto di più di quanto dichiarasse pubblicamente.Sono, infatti, tanti gli astronauti che hanno avvistato, nel corso delle loro missioni, oggetti volanti nonidentificati dotati di caratteristiche e capacità di volo del tutto simili a quelle degli UFO.In tempi recenti, svincolati dal segreto militare, molti di questi viaggiatori dello spazio hanno ammesso diessere stati protagonisti di incontri ravvicinati nel cosmo. Le loro testimonianze sono particolarmentesignificative per l’ufologia, soprattutto per due motivi: essendo gli astronauti persone scelte per la lorocompetenza e per il loro equilibrio psicologico, non si possono ritenere i loro avvistamenti semplici errori diinterpretazione di fenomeni naturali, né visioni o allucinazioni. In secondo luogo, questi avvistamenti sonoavvenuti nello spazio, e quindi non possono essere attribuiti a fenomeni atmosferici, a velivoli sperimentalio palloni sonda.Il programma spaziale americano, sin dagli inizi, sembra essere stato costantemente monitorato da oggettidi origine non terrestre. Il maggiore Gordon Cooper, astronauta delle missioni Mercury e Gemini 5, disse diaver avvistato il 16 maggio 1963, durante la quindicesima orbita della sua navicella, sopra il continenteaustraliano e ad una velocità di 17.000 miglia orarie, un oggetto di colore verde con una scia di scaricorossa, in rotta di avvicinamento alla sua capsula. Tale rapporto venne trasmesso dall’emittente NBC, ma laNASA si rifiutò di rispondere alle domande dei giornalisti sull’episodio, vietando allo stesso Cooper di farlo.Ma Cooper, successivamente, parlò della sua esperienza, così come hanno fatto altri astronauti,fra i quali O’Leary.Tra i tanti episodi che si possono narrare, quello più conosciuto riguarda proprio il primo allunaggioamericano del 20 luglio 1969.Un radioamatore sovietico, sintonizzato sulle frequenze di trasmissione della NASA, avrebbe intercettatouna comunicazione riservata tra gli astronauti scesi sulla Luna e la base americana, nel corso della qualeuno sbalordito Neil Armstrong commentava: “Questi oggetti sono spaventosi, enormi. Non ci credereste.Ci sono delle sonde spaziali laggiù. Sono in fila sul fondo del cratere, sul lato opposto al nostro. Sono sullaLuna e ci stanno osservando”, e ancora “… mio Dio è incredibile. È una forma di vita quella lì”, mentre daHouston perveniva la seguente risposta “Andate dall’altra parte, sappiamo di loro, andate dall’altra parte ecambiate canale di trasmissione”.Attorno a quest’episodio, mai confermato dalla NASA, è fiorita una vasta pubblicistica, non sempre critica e spesso avida di rivelazioni sensazionali, secondo la quale sarebbero state scattate anche diverse fotografie della presenza dei dischi volanti sulla Luna, tra cui una che mostra un’astronave aliena lenticolare spuntare da una collinetta.Una prova della presenza di alieni sul nostro satellite si troverebbe una sequenza filmata, divulga all’epoca da uno dei più noti giornalisti statunitensi, Walter Cronkite, in cui si vedono in maniera molto distinta delle strane luci sull’orizzonte lunare.Sebbene queste ed altre sequenze filmiche e fotografiche non abbiano trovato una risposta definitiva, glia stronauti americani che allunarono nel ’69 hanno sempre negato di avere incontrato gli UFO sulla Luna.Esiste però un filmato, girato dall’astronauta “Buzz” Aldrin il 19 luglio, durante le fasi di allunaggio, in cui si vedono due globi di luce bianco-bluastra che sembrano inseguire la capsula americana. Il filmato in questione è disponibile per chi ne faccia richiesta direttamente alla NASA, ma l’ente ha seccamente smentito l’episodio, dapprima in maniera informale, in seguito ufficialmente, con una nota datata 1975.Eppure, nel 1993, proprio Aldrin, ormai in pensione e non più legato al segreto militare, doveva ammetteredi avere realizzato il filmato, dicendosi certo di avere incontrato gli UFO. La vicenda ha spinto altri ex dipendenti NASA, come lo scienziato Maurice Chatelain, a prendere posizione affinché l’ente spazialeamericano divulgasse tutti i dati relativi all’allunaggio. Chatelain, in particolare, si diceva sicuro che NeilArmstrong avesse visto addirittura alcuni alieni sul bordo di un cratere, e che la NASA avesse imposto il silenzio sulla vicenda. A conferma della teoria che gli americani abbiano incontrato navi aliene sulla Luna,Chatelain fa notare che, in una missione prevista per il 1996, l’ente spaziale aveva intenzione di depositare sul nostro satellite due robot muniti di telescopi proprio nel punto in cui – secondo altre voci – gli astronauti dell’Apollo 14 (1971) avrebbero trovato tracce inconfutabili del passaggio di UFO.Il veterano dello spazio Alan Shepard, che già durante il volo verso la Luna aveva avvistato una serie di lucimisteriose che inseguivano la sua astronave, una volta sceso sul nostro satellite avrebbe trovato molte strane impronte. Questa storia trova conferma in quanto dichiarato all’ex pilota della Lufthansa WernerUtter dall’astronauta americano Charles Conrad (missione Apollo 12), secondo il quale tutti gli equipaggi Apollo, succedutisi sulla Luna tra il luglio del ’69 ed il dicembre del ’72, avevano trovato sulla polvere lunare un gran numero di queste orme. Conrad ne aveva parlato anche pubblicamente, ad una conferenza stampa a Budapest nel 1970, durante la quale aveva affermato che le impronte rinvenute dovevano appartenere per forza ad esseri alieni. Le tracce erano state poi fotografate ed analizzate dai tecnici della NASA, che avevano mantenuto il più stretto riserbo attorno alla vicenda. In seguito Conrad, entrato a far parte di unasocietà aeronautica fornitrice della CIA, negò tutto, smentendo anche “di aver mai visto qualcosa, nellospazio, che potesse far pensare all’esistenza di forme di vita aliena”. Un altro fatto che sembra confermare gli incontri ravvicinati degli astronauti americani è la schedatura, effettuata il 29 gennaio 1971 dal Centro spaziale Goddard, di tutti gli oggetti in orbita terrestre, di cui tre rimasero di natura ignota. Non si può escludere che, in fase di preparazione della missione Apollo 14, la NASA tenesse quindi in conto anche lapossibilità di incontri ravvicinati nello spazio.Nel 1994 la veridicità di questi episodi è stata ribadita dall’autorevole documentarista svizzero Luc Buergin,già redattore dell’ormai scomparsa rivista ufologica “Sign”, nel libro Mondblitze (Lampo di luna). Buergin,autore di diverse interviste ad importanti scienziati vicini alla NASA, ha dichiarato: “Ho saputo che la sonda Lunar Orbiter 5 ha registrato strane tracce di veicoli sul suolo lunare già nel 1967, e impronte simili furono viste dall’astronauta Harrison Schmitt, dell’Apollo 17, nel dicembre del 1972”.